VALIGIA BLU
Alchimas, 2010
valigia di metallo contenente venticinque modelli alchimatici
plexiglas, ottone, acciaio, cm 44X34X17

 
     
   
     
   
 


Copenhaghen, Blegdamsvej, 2010

 
     
     
 


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Alviani, Chiggio, Massironi, Landi
Operatore AL[CHI]mas+X=O



Un acrostico tende sempre a semplificare e memorizzare una complessione denominativa.
In AL[CHI]mas+X=O sono presenti tre nomi e un’incognita che ne fanno un polinomio, se uno dei termini è tra parentesi quadrata significa che agisce sugli altri e va risolto per primo in quanto attrattore, se l’altro termine è corsivo simbolicamente è una funzione, in più se vi è l’aggiunta di una incognita essa afferisce a qualsiasi altro elemento risolutore dell’equilibrio, dell’eguaglianza allo O inteso come insieme vuoto-pieno.
Le metafore sottese al gioco cabalistico-alchimatico sono: AL che è il radicale di al-gebra (Getulio Alviani), CHI lettera greca che allude alla trasposizione chiastica (Ennio L. Chiggio), mas,scritto in corsivo, che relaziona le funzioni in atto (Manfredo Massironi), mentre la X, da sempre segno di incognita occulta (Edoardo Landi), avoca altri soggetti Nove Tendencije (come Anonimi del XX secolo)! Essi sono: Gruppo T, GRAV, N, MID, Equipo 57, Mari, Munari, Graevenitz, Mavignier, Castellani, Manzoni, Christen, Bonalumi, Adrian, Gerstner, Phol, Picelj, Richter, Sutej, e altri ancora che in futuro verranno assimilati nelle procedure.
AL[CHI]mas+X=O è un operatore visuale trinomico ad alta instabilità e si è costituito in occasione della IV Biennale di Praga del 2009, definendo tale suo primo intervento Congettura di Praga.
L’operatore alchimatico assume e sviluppa modelli morfogenetici che hanno come campo di indagine le geometrie non euclidee ove la fenomenologia del rettilineo si fa problematica e le simmetrie in orbita si torcono.
Il vincolo procedurale momentaneo in questa congettura a cui l’operatore visuale si attiene è la compresenza formante di almeno tre superfici.
L’intervento consiste nel sottoporre l’esperienza percettiva all’instabilità nelle costanti, determinata dall’inserimento negli elementi binomiali di una terza variabile trinomica, in-decidibile in senso heisemberghiano.
Il processo teorico viene affidato a un ordinatore con applicativi di modellazione tridimensionale attivati da algoritmi opportunisti su cui l’operatore visuale attiva il proprio “processo estetico” per determinare una prassi di N elementi + 1 sempre indeterminati che producono atteggiamenti ulteriorizzanti.
L’operatore, così espresso, obbliga a disinteressarsi del prodotto che viene vissuto come area residuale, mentre pone attenzione costante alle evenienze capaci di portare l’oggetto dalla predefinizione in cui solitamente viene interpretato, alla occasione che lo manifesta nel senso inteso dall’opera nella formalità payersoniana.
La fisicità del modello matematico, ove necessita, è ottenuta tramite sintetizzatori e processori laser per scansione e taglio oltre a generatori di fotoimpressioni sempre pilotati da stringhe digitali.
L’universo preso in esame comprende captazioni e scioglimenti delle morfogenesi di Thom, area definita da Alchimas thomistica in cui gruppi abeliani e insiemi di Julia provocano incursioni nelle superfici oltre-riemaniane. La topologia dei nodi viene modulata fino alla indecifrabilità del groviglio. Sono questi gli esiti che Alchimas ritiene assiomatici al proprio comportamento sperimentale.
L’operatore è composto momentaneamente da Getulio Alviani, Ennio Ludovico Chiggio, Manfredo Massironi e la presenza virtuale di Edoardo Landi, opera in rete in un dominio ALCHIMAS che relaziona sulle sezioni laboratoriali e seminariali in sedi e tempi circostanziati.
Gli strumenti disponibili nei laboratori volanti sono pantografi, prospettografi, planigrafi, integrafi, curvimetri, pascaline e pendoli armonici riattualizzati, attivati con tecniche file-to-factory e controllati da processori delle ultime generazioni.
Alchimas come operatore visuale ad alta instabilità, si attiva e cessa d’improvviso la sua esistenza in conformità delle esigenze indeterminate dei componenti e dichiara la paternità collettiva delle esperienze che divulga al termine di ogni sezione.
Alla Biennale d’Arte di Praga del 2009 AL[CHI]mas+x=O si è presentato con un manifesto programmatico producendo non poche perplessità (forse anche qualche dissenso di cui è rimasta traccia).
In quell’occasione il documento espresse l’intenzione di dare continuità di azione alle supposizioni attraverso operazioni immaginarie che dovevano riportare all’origine il pensiero relativistico. Molti, infatti, erano stati i fisici che si erano impegnati negli anni trenta, esattamente a Copenhagen, per dare risposta alle difficoltà teoriche in cui si dibatteva la grande unificazione della fisica di allora, perduranti ancor oggi, e ai contrastanti esiti dell’applicazione di una meccanica quantistica agli oggetti reali (dell’arte).
Si è pensato di portare a pubblica conoscenza, dopo le visite “domiciliari” preliminari, la famosa Valigia Blu (pigmento definito da Klein IKB) contenente i lavori di analisi.
Dopo alcune soste presso istituzioni pubbliche e gallerie private, la valigia ha proceduto con determinatezza verso Copenhagen in omaggio al luogo della sostenuta indeterminatezza comportamentale dei geometri eclettici.
Il riferimento d’obbligo di tale contenitore (Valigia) è alla Boîte Vert duchampiana e alla volontà intransitiva dell’operatore.
Precisiamo che AL[CHI]mas+X=O è “solo” un operatore e come tale agisce, si astrae dalla composizione del gruppo di persone operanti al suo interno, ricerca solo nelle geometrie e specificatamente nelle simmetrie, i formalismi e le prensibilità degli oggetti che i fisici considerano per consuetudine astrazioni.
È intenzione di questi soggetti di liberare gli oggetti geometrici dallo spazio-ambiente in cui sono immersi per trovarne le proprietà intrinseche che li rendono “estetici”.
Alchimas fa propria un’intuizione fondamentale della matematica del Novecento, ossia che le leggi di composizione delle simmetrie, di cui intende fare “recezione estetica”, possano conoscersi indipendentemente dalla cognizione delle simmetrie stesse, di qui l’apparenza di incongruità degli enunciati.
La topologia colloca il concetto di dimensione nel gruppo delle trasformazioni.
Gli omeomorfismi derivanti da tale atteggiamento pongono le funzioni biunivoche continue in modo che due superfici, secondo il teorema banale della topologia, sono uguali quando vengono trattate come omeoformi… schiacciante tautologia che ci permette di parlare di “dimensioni” mentre la teoria degli insiemi, la percettologia e lafilosofia sono troppo povere per trattare da sole qualunque oggetto geometrico!